Dopo l’accoglimento del ricorso promosso da Raffaele Pesce il sindaco Mutalipassi chiede una sospensiva al Consiglio di Stato che rigetta l’istanza, il commissariamento è sempre più vicino
Nella mattinata odierna, il Consiglio di Stato ha emesso un decreto che ha respinto la richiesta di sospensiva del dispositivo della sentenza del Tar di Salerno, nel caso delle controversie legate alle elezioni ad Agropoli. Al momento, le motivazioni del rigetto non sono ancora note, ma saranno rese pubbliche non appena disponibili. Questo sviluppo accresce la pressione per un commissariamento immediato dell’Ente, in attesa della discussione della causa fissata per il 14 novembre prossimo presso il Consiglio di Stato.
Il ricorso n. 8499 del 2023, presentato da Roberto Antonio Mutalipassi e assistito legalmente dall’avvocato Lorenzo Lentini, è stato citato testualmente dal Consiglio di Stato come “. Il ricorso 8499 del 2023, proposto da Roberto Antonio Mutalipassi, rappresentato e difeso dall’avvocato Lorenzo Lentini, cita testualmente il Consiglio di Stato “Respinge l’istanza di misure cautelari monocratiche””. Questo segna un ulteriore ostacolo per il sindaco Mutalipassi, il cui percorso si fa sempre più impervio e intricato mentre si attende un riscontro della Prefettura.
In un post sui social media, il consigliere Raffaele Pesce, promotore del ricorso al Tar, ha ribadito la sua posizione sulla vicenda, sottolineando: “Ho agito attraverso la giustizia amministrativa per giungere alla verità, non per attribuire colpe e responsabilità. Non è stata una decisione presa tra amici al bar, come alcuni tentano di far credere in alcune dichiarazioni, a mio avviso, irrispettose delle istituzioni.Si è trattato piuttosto di una deliberazione di un Collegio giudicante, che ha incaricato una commissione prefettizia, presieduta da un Viceprefetto, della verifica delle schede, impiegando oltre un anno per una decisione accurata e ponderata, lontana da superficialità.”
Pesce ha poi continuato, affrontando il tema della presunta “parte lesa”, evidenziando che la vera parte danneggiata dal punto di vista processuale è lui stesso, come ricorrente, e il primo consigliere non eletto per una differenza di soli 5 voti di lista. Ma sostanzialmente, ha sottolineato Pesce, la vera vittima è la democrazia stessa.
La posizione del Consiglio di Stato getta chiarisce maggiormente alcuni aspetti della questione politica di Agropoli e apre la strada a nuovi sviluppi nella discussione sul futuro prossimo del comune.



