I fatti avvennero nel 2023 nel Rione Matierno in via degli Etruschi, quando Boccia e Basso esplosero un colpo di pistola ferendo Siniscalchi
Nonostante il patteggiamento della pena e il risarcimento del danno, restano in carcere Matteo Boccia, 46 anni, di Salerno, e Francesco Basso, 38 anni, di Fisciano. I due sono stati riconosciuti responsabili dell’agguato ai danni di Massimo Siniscalchi, 52 anni, noto come “Babbuccio”, ferito da un colpo di pistola all’inguine nell’aprile 2023. La sentenza, emessa dal giudice per l’udienza preliminare Giovanna Pacifico, ha accolto la richiesta di patteggiamento avanzata dai legali degli imputati, Antonio Ciliberti e Massimo Torre. Le pene sono state fissate rispettivamente in tre anni di reclusione per Boccia e due anni e mezzo per Basso, con la derubricazione del reato da tentato omicidio a lesioni gravi.
La dinamica dell’agguato
Secondo le indagini della Procura, l’agguato era stato meticolosamente pianificato. La mattina dell’episodio, Francesco Basso si presentò davanti alla porta dell’abitazione di Siniscalchi, in via degli Etruschi, nel rione Matierno. Dopo aver suonato il campanello, attirò la vittima sulla soglia, mentre Matteo Boccia, armato di pistola, era nascosto poco distante. Quando Siniscalchi aprì la porta, Boccia esplose un colpo a distanza ravvicinata, ferendolo gravemente all’inguine.
Le conseguenze per la vittima
Trasportato in ospedale in codice rosso, Siniscalchi ha affrontato un lungo ricovero, ma è riuscito a sopravvivere alle gravi ferite riportate. L’accusa iniziale di tentato omicidio è stata successivamente riformulata in lesioni gravi, una tesi accolta dal giudice durante il processo.
Il passato giudiziario di Matteo Boccia
Matteo Boccia è noto alle forze dell’ordine per precedenti penali significativi, tra cui una condanna definitiva a sei anni di reclusione per il tentato omicidio di Eugenio Del Regno, imprenditore salernitano. Nel 2013, Boccia aveva agito con un complice per “punire” Del Regno, accusandolo di avere una relazione con sua moglie. Anche in quell’occasione l’episodio avvenne in un contesto di rivalità personali, nella zona di via Pironti, storica roccaforte del clan D’Agostino.
Il contesto criminale
L’agguato del 2023 sembra rientrare in dinamiche simili, tipiche del sottobosco criminale locale. Nonostante il risarcimento alla vittima, la gravità dell’azione e il passato giudiziario di Boccia hanno portato alla conferma della detenzione per entrambi gli imputati.



