Quattro consiglieri vicini a Federico Conte si preparano a ufficializzare un nuovo gruppo nel prossimo Consiglio comunale, la frattura nata dal sostegno alla vicesindaca Lampasona
La crepa nella maggioranza non era più un mormorio di corridoio: era una faglia politica ormai visibile a occhio nudo. Ad Agropoli, dove le tensioni interne si trascinavano da settimane, lo strappo nato attorno al sostegno elettorale per le recenti Regionali ha assunto una forma concreta, tanto da portare quattro esponenti della maggioranza a riunirsi in un gruppo autonomo e, nei fatti, indipendente.
Secondo quanto emerso, a dividere il campo è stato il doppio fronte creatosi durante la campagna elettorale: da un lato chi aveva scelto di sostenere la vicesindaca Rosa Lampasona; dall’altro chi aveva appoggiato Federico Conte. Una contrapposizione che nessuno, a oggi, tenta più di mascherare.
La scelta dei quattro – il presidente del Consiglio comunale Franco Di Biasi, Gennaro Russo, Ubaldo Serra e Rosario Bruno – è maturata dopo un incontro diretto proprio con Conte. La formazione del gruppo consiliare, sostenuto da ambienti politici locali e supportata anche da alcuni imprenditori vicini all’avvocato. Il nuovo gruppo ha fatto sapere che presenterà il documento ufficiale nel prossimo Consiglio comunale, dove verranno esposti i motivi della decisione.
Per comprendere a fondo cosa stia accadendo, occorre però tornare indietro. Il Partito Democratico, nelle persone di Luca Cerretani, del sindaco Roberto Mutalipassi, del segretario cittadino Antonio Abruzzese e di pochi altri rappresentanti, aveva scelto di puntare sulla candidatura della vicesindaca Lampasona, presentatasi nella lista civica “A testa alta”, formazione vicina al presidente della Regione Vincenzo De Luca. Una scelta definita “strategica”, che però non ha convinto una parte consistente dei tesserati PD, i quali hanno preferito sostenere il candidato della lista, Federico Conte.
Il risultato elettorale ha fatto il resto. Lampasona si è fermata a 861 voti in città, un dato giudicato deludente e che ha creato non pochi imbarazzi tra coloro che avevano spinto con forza sulla sua candidatura. Nessuna resa però, almeno per ora: nessuno ha rimesso il mandato o evocato passi indietro.
Ed è proprio in questo vuoto che si inseriscono i quattro consiglieri vicini a Conte, i quali – secondo molti osservatori – potrebbero avere l’obiettivo di mettere in discussione l’attuale governance del PD cittadino. Un’ipotesi che al momento resta sullo sfondo: nulla è ufficiale, nulla è dichiarato apertamente.
Quel che appare chiaro, invece, è che le richieste dei consiglieri sono già sul tavolo. Tra le ipotesi circolate c’è la partecipazione diretta al “sottogoverno” locale e, in particolare, l’ambizione di ottenere ruoli di rilievo, come la presidenza della CST Sistemi Sud. Un segnale che lascia intuire come la frattura difficilmente potrà ricomporsi senza conseguenze per gli equilibri della maggioranza.



