Il tribunale di Salerno chiude il primo grado sull’inchiesta avviata nel 2018, sei decessi erano stati qualificati come omicidio colposo, nel mirino due chirurghi della storica clinica di via De Martino: uno ai domiciliari e uno sospeso
Per anni le famiglie hanno cercato risposte su una serie di morti avvenute dopo interventi oncologici. Ora, una prima verità giudiziaria arriva dal tribunale di Salerno: solo una condanna sulle sei “morti sospette” registrate negli ultimi anni alla Clinica Tortorella e finite al centro di un’inchiesta complessa e delicata.
La Prima sezione penale del tribunale (giudice Giuseppe Ferruccio) ha emesso la sentenza del processo di primo grado nato dagli accertamenti avviati dai carabinieri della Compagnia di Salerno all’interno della storica struttura sanitaria di via De Martino. Le prime verifiche risalgono al 2018, un periodo in cui alcune segnalazioni interne e familiari iniziarono a far emergere dubbi su diversi decessi avvenuti dopo interventi chirurgici eseguiti su pazienti oncologici ricoverati nella clinica.
L’inchiesta prese forma nel tempo, fino a sfociare, nel dicembre del 2020, nell’esecuzione delle misure cautelari che accesero definitivamente i riflettori sulla vicenda. Nel mirino degli investigatori finirono due medici di riferimento del reparto di Unità funzionale di Chirurgia generale e Chirurgia oncologica: il primario Carmine Napoletano, per il quale il tribunale dispose gli arresti domiciliari, e il chirurgo Marco Clemente, sospeso dall’esercizio della professione.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, le sei morti erano state qualificate come omicidio colposo, configurazione da cui è scaturito il processo ora concluso con una sola condanna. Una decisione che non spegne le domande, ma segna un passaggio cruciale di una vicenda che ha toccato da vicino famiglie, operatori sanitari e un’intera comunità.



