Tre femminicidi in provincia di Salerno dall’inizio dell’anno, da Mercato San Severino a Cava de’ Tirreni, tre donne uccise in famiglia
Tre donne uccise in pochi mesi, in contesti diversi ma unite da un tragico filo comune: la violenza maturata all’interno di relazioni affettive finite o profondamente logorate. La provincia di Salerno si ritrova a fare i conti con tre femminicidi che, dall’inizio dell’anno, hanno colpito Mercato San Severino, Montecorvino Rovella e Cava de’ Tirreni, inserendosi in un bilancio nazionale drammatico che conta 49 donne uccise in Italia dal primo gennaio.
Il primo caso si registra a Mercato San Severino. Il 20 aprile Carmela Quaranta, 42 anni, viene trovata morta nella sua abitazione di via Trieste. In un primo momento le circostanze del decesso appaiono poco chiare, ma gli accertamenti dei carabinieri portano rapidamente a concentrare l’attenzione sulla sua vita privata. Le indagini, sviluppate nell’arco di un mese, ricostruiscono un quadro fatto di tensioni e rapporti interrotti. Al termine dell’inchiesta viene arrestato l’ex compagno, Gerardo Sellitto, ritenuto responsabile dell’omicidio. Un delitto maturato tra le mura domestiche che lascia sgomenta l’intera comunità della Valle dell’Irno.
Il 23 agosto la tragedia si ripete a Montecorvino Rovella. Tina Sgarbini, 47 anni, viene trovata senza vita nella sua abitazione. Anche in questo caso il contesto è quello di una relazione sentimentale conclusa. L’ex compagno, Christian Persico, viene individuato come l’autore dell’omicidio. La vicenda scuote profondamente il centro dei Picentini, dove Tina era conosciuta e stimata. Un altro femminicidio consumato in casa, lontano da sguardi esterni, ma segnato da conflitti pregressi che avevano già incrinato il rapporto.
L’ultimo episodio in ordine di tempo risale al 21 dicembre. A Cava de’ Tirreni Anna Tagliaferri, 40 anni, viene uccisa nella sua abitazione con otto coltellate. A colpirla è il compagno, Diego Di Domenico. La brutalità dell’aggressione e la rapidità con cui emerge la responsabilità dell’uomo restituiscono l’immagine di un’escalation di violenza culminata nel gesto estremo. Un delitto che chiude l’anno nel modo più tragico possibile e riaccende l’allarme sulla violenza di genere.
Tre storie diverse, ma segnate da dinamiche simili: relazioni attraversate da conflitti, la casa trasformata in luogo di morte, uomini incapaci di accettare la fine o il cambiamento di un legame. In provincia di Salerno, come nel resto del Paese, il femminicidio continua a rappresentare una ferita aperta che interroga le istituzioni, la società e la capacità di prevenire una violenza che troppo spesso esplode quando è ormai irreversibile.



