Concorsi senza candidati e carenza di camici bianchi mettono a rischio pronto soccorso e servizi essenziali, un quadro nazionale che rende sempre più fragile la prospettiva di un ospedale pienamente operativo ad Agropoli
La battaglia per la riapertura dell’ospedale di Agropoli, o almeno per il ripristino di un vero Pronto soccorso oggi ridotto di fatto a poco più di una guardia medica, si scontra con un problema strutturale che va ben oltre i confini locali: i concorsi per medici che vanno deserti. È il primo segnale di una fragilità profonda che rischia di trasformare una criticità gestibile in una vera falla del Servizio sanitario nazionale.
Non si tratta più soltanto di graduatorie con pochi idonei o di rinunce all’ultimo momento. Sempre più bandi, soprattutto per Pronto soccorso, anestesia, emergenza-urgenza e altre specialità considerate usuranti, non raccolgono candidature sufficienti. Un fenomeno in crescita, accentuato dall’allentamento delle restrizioni al turnover, che rischia di aggravare la carenza di camici bianchi già oggi sotto stretta osservazione da parte dei manager sanitari.
I dati
I numeri del 2025 restituiscono un quadro chiaro. Su 15.283 posti messi a bando dalle Regioni per diverse specialità mediche, 2.569 sono rimasti vacanti, pari a circa il 17 per cento. La situazione è ancora più critica nella medicina di emergenza e urgenza, quella che ogni giorno affronta il “girone dantesco” dei pronto soccorso italiani: su 976 posti disponibili, solo 537 sono stati assegnati, con circa il 47 per cento dei posti rimasti scoperti.
Le difficoltà non riguardano solo l’emergenza. Anche anatomia patologica, radioterapia e discipline di laboratorio registrano percentuali di posti non assegnati che in alcuni casi superano il 60 per cento. A livello territoriale, i segnali di allarme si moltiplicano: in Valle d’Aosta il 56 per cento dei concorsi medici banditi è andato deserto; al Cardarelli di Napoli un concorso per dirigenti di Pronto soccorso non ha registrato neppure un candidato; in Piemonte un bando per cinque Pronto soccorso si è chiuso senza partecipanti. Stesso esito per il posto di dirigente del Serd a Trento, per due posti da nefrologo all’Asl di Vercelli e per un incarico da anestesista a tempo indeterminato a Rovigo. In diverse Asl del Nord-Ovest, inoltre, i bandi per ginecologia, ortopedia e urologia finiscono regolarmente nel nulla.
È un segnale di enorme fragilità del sistema sanitario. E mentre resta forte e legittima la volontà di garantire ad Agropoli un ospedale funzionante, adeguato ai numeri e alle esigenze di una società civile, diventa inevitabile fare i conti con ciò che sta accadendo, soprattutto nella medicina d’urgenza, oggi uno dei nodi più critici dell’intero sistema.



