Questa tradizione ha ceduto il passo a un’icona più moderna, rappresentata da un buffo uomo panciuto e vestito di rosso
In un tempo non così lontano, i bambini del Cilento e Vallo di Diano attendevano con ansia la notte del 5 gennaio, pronti ad accogliere la magica visita della Befana. Una vecchietta dal naso bitorzoluto che, montata sulla sua scopa magica, si avventurava in ogni casa dove dimorava un bambino. Questa tradizione, ricca di dolci aspettative e sogni incantati, ha un radicato passato che risale alle antiche credenze precristiane.
Il termine “Befana” deriva dal greco “Epifania”, che significa “apparizione” o “manifestazione”. Pertanto, la Befana viene festeggiata il 6 gennaio, concludendo così il periodo natalizio. La figura della Befana, raffigurata come una vecchietta con il naso lungo e il mento aguzzo, è un simbolo di generosità e mistero che si tramanda di generazione in generazione.
Nella notte magica tra il 5 e il 6 gennaio, la Befana solca i cieli su una scopa, portando con sé un sacco colmo di gioia per i bambini. Giocattoli, cioccolatini e caramelle riempiono le calze appese dai più piccoli, creando un’atmosfera di festa e meraviglia. Tuttavia, non manca mai una buona dose di cenere e carbone, un simbolo scherzoso per coloro che forse non sono stati impeccabili durante l’anno.
Questa affascinante tradizione, purtroppo, ha ceduto il passo a un’icona più moderna, rappresentata da un buffo uomo panciuto e vestito di rosso, un personaggio che molti ricordano dalle pubblicità della Coca Cola. Tuttavia, in alcune piccole comunità come Stio e Gorga ma anche Casal Velino, la tradizione della Befana è ancora viva e vegeta, mantenendo intatto il ricordo di tempi passati.

La storia della Befana affonda le sue radici nelle tradizioni magiche precristiane, trasmettendo un senso di connessione con il misterioso e il magico. La notte della Befana diventa un momento speciale, in cui il passato e il presente si fondono, e la magia dell’infanzia si manifesta attraverso il sorriso dei bambini.
Come recita la celebre filastrocca, “La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte col cappello alla romana viva viva la Befana!”, la figura della Befana indossa un gonnellone scuro e ampio, un grembiule con tasche, uno scialle e un cappellaccio sulla testa, tutti arricchiti da toppe colorate che raccontano storie di un passato ricco di tradizioni.
Il risveglio del 6 gennaio è un momento magico per i bambini, poiché oltre ai regali e al carbone, trovano il pasto preparato con cura dalla Befana e l’impronta della sua mano sulla cenere sparsa nel piatto. È un gesto affettuoso che rende tangibile la presenza della vecchina, avvolgendo i più giovani in un abbraccio di tradizione e amore.

In un mondo sempre più veloce e moderno, la persistenza di tradizioni come quella della Befana in luoghi come il Cilento e Vallo di Diano è un prezioso ricordo di un tempo in cui la magia si nascondeva dietro ogni angolo e la semplicità delle tradizioni rendeva le festività ancora più speciali. Che la Befana continui a volare nei cuori e nelle menti di coloro che coltivano con affetto la sua memoria. Viva viva la Befana!



