Da qualche tempo nelle vicinanze dell’area è stata messa a dimora un pianta che potrebbe rovinare il sito archeologico
L’area archeologica di Santa Croce, all’ingresso della città di Sapri, sembra essere sempre più abbandonata, nonostante la sua rilevanza storica e il potenziale turistico. L’archeologo Antonio Mazzoleni, attivo da anni nella sensibilizzazione e promozione del sito, lancia un nuovo appello affinché tutte le parti interessate si prendano seriamente cura dell’antica villa romana.
Particolare attenzione viene posta sulla zona antistante l’osservatorio, conosciuta come Specola, dove è stata piantata una specie di albero chiamato Albizia Julibrisson Durazz, comunemente nota come Acacia di Costantinopoli. Questa pianta è stata messa a dimora in una frattura che attraversa gli ambienti ipogei sottostanti il piazzale della Specola, parte integrante del complesso monumentale della villa romana di Santa Croce, risalente al I secolo a.C.
Gli ambienti ipogei hanno subito cedimenti strutturali già in epoca antica a causa dell’instabilità del substrato. Nel corso del I e II secolo d.C., sono stati oggetto di interventi di consolidamento per rafforzare le strutture. Tuttavia, attualmente, l’ipogeo mostra gravi problemi di staticità della volta, compromettendo la sicurezza del piazzale antistante l’osservatorio. A causa di ciò, l’intera area è stata transennata e dichiarata inagibile con un’ordinanza della Capitaneria di Porto di Salerno, in accordo con la competente Soprintendenza Archeologica.
Questi problemi strutturali rendono urgente l’intervento per la conservazione e il restauro dell’area archeologica di Santa Croce. L’appello dell’archeologo Mazzoleni mira a coinvolgere tutte le parti interessate affinché si assumano la responsabilità di preservare questo importante sito storico e garantire la sua valorizzazione turistica.



