La vittima stava fornendo informazioni sulla piazza di spaccio, per questo venne attirato fuori casa e pestato con calci e pugni
Dopo mesi di indagini serrate, un passo importante è stato compiuto nell’inchiesta riguardante il pestaggio avvenuto al Paterno, nel quale sei individui hanno brutalmente aggredito un presunto spacciatore di droga che aveva deciso di collaborare con gli investigatori. L’atto violento è stato perpetrato con l’obiettivo di intimidire e zittire la vittima, che stava fornendo informazioni cruciali sul traffico di stupefacenti nel quartiere.
Nel corso delle indagini, che hanno richiesto un imponente sforzo investigativo, quattro dei sei membri del branco responsabile del pestaggio sono stati arrestati. Il primo esponente del gruppo si trova già da diversi mesi nel carcere di Nisida, mentre il secondo è agli arresti domiciliari. Sabato scorso, altri due componenti del branco sono stati posti agli arresti domiciliari, su richiesta del pubblico ministero incaricato delle indagini e convalidata dal giudice per le indagini preliminari.
Nuove Direzioni dell’Indagine
L’inchiesta sul branco responsabile del pestaggio ha subito un’ulteriore svolta, con nuovi elementi che emergono dagli sviluppi recenti. Attualmente, solo due persone coinvolte nell’aggressione sono rimaste in libertà, seppur indagate. Tuttavia, il quadro investigativo continua ad evolversi, caratterizzato da una serie di colpi di scena che stanno ridefinendo il panorama dell’indagine.
Collaborazione con le Autorità
Una delle novità più rilevanti riguarda la presunta collaborazione di uno degli indagati con la procura di Salerno e i carabinieri che conducono le indagini. Questo sviluppo potrebbe aprire nuove prospettive investigative, offrendo ulteriori dettagli e testimonianze cruciali per ricostruire l’accaduto e individuare tutti i responsabili dell’aggressione.
La Trappola e l’Aggressione
Secondo quanto emerso dalle indagini, il pestaggio è stato organizzato mediante una trappola ingegnosa. La vittima è stata richiamata al telefono con il pretesto di una conversazione urgente, per poi essere attirata fuori casa e aggredita brutalmente per strada, subendo calci e pugni da parte dei membri del branco.



