Anni di indagini ad ampio spettro e negli ultimi mesi l’accelerata che ha determinato l’arresto di quattro persone da tempo entrate nell’inchiesta
Dopo oltre un decennio di indagini e ipotesi, il Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) dei Carabinieri ha eseguito questa mattina quattro arresti in relazione all’omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica ucciso nel 2010. I provvedimenti riguardano Giuseppe Cipriano, Romolo Ridosso, Fabio Cagnazzo e Lazzaro Cioffi, accusati di concorso nell’omicidio del primo cittadino campano. Vassallo, noto per il suo impegno ecologista e la sua ferma opposizione alla criminalità, fu assassinato il 5 settembre 2010 con nove colpi di pistola mentre tornava a casa.
Il contesto e i sospetti sul traffico di droga
Le autorità ipotizzano che Vassallo sia stato ucciso per aver scoperto un vasto giro di narcotraffico che coinvolgeva il Cilento, in particolare la zona costiera di Acciaroli, dove spesso giungevano carichi di stupefacenti. Vassallo avrebbe rappresentato un ostacolo a tali traffici, motivo che avrebbe portato alla sua eliminazione. Fra gli arrestati spiccano figure legate alle forze dell’ordine, come Fabio Cagnazzo, colonnello dei Carabinieri, e l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, entrambi sospettati di collusioni con la criminalità organizzata e di aver deviato le indagini nei mesi successivi al delitto
Un’indagine travagliata e i nuovi elementi probatori
Le indagini sull’omicidio di Vassallo si sono sviluppate attraverso una serie di errori e depistaggi. Nelle fasi iniziali, non fu garantita la conservazione delle prove sulla scena del crimine, e la pistola utilizzata non è mai stata ritrovata. Negli anni, il caso si è incrociato con altre inchieste sul traffico di droga, portando alla luce nuovi sospetti e testimonianze, tra cui quella del pentito Raffaele Imperiale, che ha riferito di legami tra la criminalità e membri delle forze dell’ordine
Prossimi sviluppi giudiziari
I quattro arrestati dovranno affrontare il Tribunale del Riesame, che valuterà gli elementi a loro carico e le eventuali difese durante gli interrogatori. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Salerno, punta a fare chiarezza su uno degli omicidi più complessi e controversi della recente storia italiana, nel tentativo di rendere giustizia alla figura del “Sindaco Pescatore”, ricordato come un simbolo di lotta per la legalità e la difesa del territorio



