Carmine Caramante consigliere di minoranza affronta in un post la questione morale dell’amministrazione monca senza il sindaco eletto
A Capaccio Paestum, la situazione politica e amministrativa si intreccia con un caso giudiziario che sta scuotendo la comunità locale. Franco Alfieri, sindaco della città e presidente della Provincia di Salerno, è attualmente sospeso dalle sue funzioni e agli arresti domiciliari in seguito ad un’inchiesta giudiziaria. La vicenda, che ha attirato l’attenzione della cronaca, vede il Procuratore di Salerno intenzionato a portare il sindaco in tribunale per il 5 febbraio 2025, quando avrà inizio il processo relativo al primo troncone dell’indagine. In attesa di una condanna definitiva, la presunzione di innocenza rimane in vigore, ma le ripercussioni politiche si fanno sentire.
Il paradosso politico e le dimissioni di massa
Nonostante l’imminente inizio del processo, la situazione politica a Capaccio Paestum non sembra evolversi in modo naturale. Secondo Carmine Caramante, consigliere di minoranza al Comune di Capaccio, la gravità della vicenda avrebbe dovuto determinare una reazione immediata da parte dell’amministrazione comunale. In un contesto che apparirebbe logico e normale, infatti, si sarebbe dovuto assistere a dimissioni di massa da parte di Alfieri e della sua maggioranza. Tuttavia, la situazione sembra continuare senza particolari cambiamenti, con il sindaco e la giunta che proseguono nelle loro funzioni nonostante la sospensione.
Le responsabilità della giunta comunale
Caramante solleva una questione cruciale riguardante la responsabilità della giunta comunale. “La prassi, l’etica e la morale impongono una delibera di giunta con la quale l’Ente, danneggiato economicamente e moralmente dalla vicenda, si costituisca parte civile nel processo”, afferma il consigliere. Secondo lui, se la giunta non intraprenderà questa azione, si troverà a fronteggiare una seria responsabilità politica, rischiando di compromettere ulteriormente la sua credibilità agli occhi della comunità.
L’alternativa: commissariamento e scelta di campo
Per Caramante, la situazione è ormai arrivata ad un punto cruciale. “Se la giunta non se la sente di agire in questo senso, è arrivato il momento di fare una scelta”, sostiene il consigliere. L’alternativa sarebbe quella di risolvere la crisi politica con la nomina di un commissario, dando così la possibilità alla comunità di voltare pagina. “Ora bisogna decidere da che parte stare: dalla parte degli interessi pubblici, o da quella di altro”, conclude Caramante, lanciando un appello alla giunta affinché si prenda una posizione chiara e responsabile.
In un momento così delicato per Capaccio Paestum, l’amministrazione comunale è chiamata a rispondere a una serie di interrogativi che riguardano tanto la giustizia quanto la politica. La decisione che prenderà nei prossimi giorni potrebbe determinare il futuro dell’intera comunità.



