La querelle tra amministrazione e FdI su due opere l’ex convento di Santa Maria delle Grazie con l’annessa chiesa di Sant’Antonio e l’ex convento di Santa Maria dell’Arco
ROCCADASPIDE – Si accende il dibattito politico nel comune cilentano. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gabriele Iuliano ha pubblicato un manifesto pubblico per smentire le recenti dichiarazioni di alcuni esponenti locali di Fratelli d’Italia, accusandoli di essersi attribuiti meriti non propri riguardo al finanziamento e alla ristrutturazione di due importanti edifici storici: l’ex convento di Santa Maria delle Grazie con l’annessa chiesa di Sant’Antonio e l’ex convento di Santa Maria dell’Arco.

Secondo il manifesto, i membri locali di Fratelli d’Italia, definiti “novelli esponenti”, avrebbero lanciato una campagna di comunicazione “penosa e surreale”, con dichiarazioni che l’amministrazione comunale bolla come “strumentalmente distorte e gravemente menzognere”. L’amministrazione Iuliano ribadisce con fermezza che il lavoro di progettazione e ottenimento dei fondi è stato portato avanti esclusivamente dagli uffici comunali e da figure tecniche e amministrative locali.
Nel dettaglio, il documento sottolinea il ruolo chiave del Presidente del Consiglio comunale, l’ingegnere Vito Brenca, che nel 2022, insieme al parroco Don Cosimo Cerullo, ha avviato le prime verifiche tecniche sull’ex convento di Santa Maria delle Grazie. Dopo l’acquisizione delle planimetrie, nel settembre 2023 l’amministrazione ha proceduto con la candidatura del progetto ai fondi dell’8×1000, coinvolgendo la Curia Vescovile e l’architetto Raffaele Rammauro.
Un iter simile è stato seguito per il restauro dell’ex convento di Santa Maria dell’Arco, con il lavoro del responsabile dell’UTC, ingegnere Tommaso Giuliani, che ha curato la documentazione tecnica necessaria. Il manifesto evidenzia come il finanziamento sia stato ottenuto grazie a una costante interlocuzione tra il Comune e gli uffici ministeriali di via della Mercede a Roma.
L’amministrazione non risparmia toni duri nei confronti degli avversari politici, accusati di “falsificazione della verità” e di essere affetti da “megalomania”. Con un linguaggio fortemente polemico, il documento chiude con un messaggio chiaro: “La verità resta verità, la superbia, la tracotanza e la vanagloria una malattia molto difficile da curare”.
Un botta e risposta acceso che non mancherà di alimentare il confronto politico a Roccadaspide nei prossimi giorni.



