Dopo il mistero della firma apposta alle dimissioni solo un senso di responsabilità e lo scioglimento del Consiglio può salvare Capaccio
In un clima di crescente incertezza, Capaccio Paestum si trova sull’orlo di una svolta decisiva. Dopo “la presa di responsabilità” di Franco Alfieri, ex sindaco e presidente della Provincia di Salerno, sono emerse numerose domande sulla regolarità della firma apposta alle sue dimissioni. Diversi media hanno infatti evidenziato presunte irregolarità, le cui implicazioni potrebbero incidere notevolmente sul voto della prossima primavera.
La situazione istituzionale del Comune si fa sempre più critica. Un consistente numero di consiglieri della maggioranza si starebbe preparando a rassegnare le dimissioni, gesto che aprirebbe la strada a nuove elezioni già nella primavera a venire. La scadenza per evitare il rinvio del voto al 2026 è fissata per la mezzanotte del 23 febbraio: solo rispettando questo termine si potrà evitare il commissariamento, che rischierebbe di aggravare ulteriormente una situazione finanziaria già sotto la lente della Corte dei Conti.
Ieri, in un incontro decisivo, i membri della maggioranza si sono confrontati per delineare il da farsi, puntando a raccogliere almeno nove firme necessarie per sciogliere il Consiglio comunale e consentire così un tempestivo ritorno alle urne. Nel frattempo, la Prefettura ha avviato verifiche su alcune irregolarità formali legate alle dimissioni di Alfieri, un caso che ormai ha assunto rilevanza a livello nazionale.



