L’attivista denuncia l’inaccessibilità delle stazioni di Centola e Pisciotta la missiva dei comuni coinvolti all’azienda ed ora si attende l’intervento di RFI
La denuncia di un cittadino può diventare la scintilla che riaccende il dibattito sui diritti e sulle reali possibilità di muoversi liberamente. È quanto sta accadendo nel Cilento, dove l’attivista Christian Durso ha riportato al centro dell’attenzione il tema delle barriere architettoniche nelle infrastrutture pubbliche.
Durso, impegnato da anni nella tutela delle persone con ridotta mobilità, ha avviato una nuova iniziativa che riguarda le stazioni ferroviarie di Centola e Pisciotta. La sua segnalazione nasce dalla difficoltà, per chi vive una condizione di disabilità, di accedere ai binari e ai servizi essenziali.
“Tempo fa ho inviato una diffida a Rete Ferroviaria Italiana per l’inaccessibilità delle stazioni ferroviaria di Centola e Pisciotta per le persone con disabilità”. Da quella prima comunicazione, però, non era arrivata alcuna risposta. L’attivista ha quindi deciso di scrivere nuovamente, coinvolgendo anche i Comuni interessati.
La scelta sembra aver smosso le acque. Nella sua ricostruzione, Durso spiega che inizialmente è stato il Comune di Pisciotta a intervenire, facendosi portavoce della stessa richiesta. A seguire, è arrivata anche la posizione ufficiale del Comune di Centola, che ha inviato una propria nota indirizzata alle Ferrovie.
“Non avevo avuto riscontro da Ferrovie, nello scrivere nuovamente ho messo in copia anche i due rispettivi comuni. Questi entrambi da prima il comune di Pisciotta, hanno fatto anche loro la mia richiesta e hanno scritto, infatti oggi è arrivata anche la missiva di Centola indirizzata a ferrovie”. Ora, sottolinea Durso, l’obiettivo è chiaro: ottenere interventi immediati per garantire a tutti l’accesso alle due stazioni.
“Adesso si attende celermente una messa a norma delle due stazioni, per consentire parità di diritti e opportunità”. Una richiesta semplice, ma che rispecchia un principio fondamentale: l’inclusione non può essere rimandata.
Il caso, partito da un gesto individuale, riporta così al centro del dibattito regionale la necessità di infrastrutture davvero accessibili, non solo nel Cilento ma in tu



