Il Comune di Agropoli ordina la cessazione delle attività del CAS dopo i sopralluoghi: la società Ermes Accoglienza contesta le irregolarità e annuncia ricorso al TAR
L’apertura del nuovo Centro di Accoglienza Straordinaria in contrada Moio continua a dividere la comunità di Agropoli. Dopo settimane di discussioni, segnalazioni e polemiche; il Comune ha disposto lo stop immediato dell’attività, mentre la società che gestisce la struttura annuncia ricorso al TAR.
Nelle ultime ore il sindaco ha diffuso sui social un post dal titolo “𝐄𝐦𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐢𝐫𝐫𝐞𝐠𝐨𝐥𝐚𝐫𝐢𝐭𝐚̀: 𝐨𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐀𝐜𝐜𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐚 𝐌𝐨𝐢𝐨”.
Il provvedimento del Comune
Secondo quanto riportato dall’amministrazione, il responsabile dell’Area 5 – Governo del territorio e pianificazione, l’ingegnere Agostino Sica, ha firmato un provvedimento con cui ordina la cessazione dell’uso collettivo del CAS in località Moio.
Il Comune spiega che la decisione arriva dopo sopralluoghi e verifiche sull’immobile, che da alcune settimane ospita un gruppo di migranti gestiti da una Srl. Le ispezioni avrebbero rilevato l’assenza di un “stato legittimo definito”, con un condono ex legge 47/1985 ancora pendente, e la mancanza dei titoli paesaggistici, ambientali e strutturali necessari.
Nel rapporto si segnala inoltre la presenza di un manufatto realizzato “privo delle prescritte autorizzazioni”. La società dovrà quindi interrompere l’attività e provvedere al ripristino dello stato dei luoghi.
La replica della Ermes Accoglienza
La risposta della Ermes Accoglienza, aggiudicataria dell’appalto prefettizio attraverso una struttura acquistata all’asta, è stata immediata. La società annuncia il ricorso al TAR e ribatte punto per punto, dichiarando:
- “I CAS, denominazione di Centro Accoglienza Straordinario, non hanno bisogno di nessun cambio di destinazione come anche sentenze precedenti del TAR confermano;”
- “Nel CAS non è presente nessun manufatto abusivo, anche perché ciò a cui si riferiscono è posizionato in un’altra particella, non in uso e mai presentato alla prefettura per accogliere migranti e per nessun altro scopo; ci teniamo a precisare che lo stesso è presente nella perizia del Giudice Giudiziario e presente prima dell’acquisto oltre che inutilizzato in nessun modo anche perché è un rudere che era coperto da rovi;”
- “I titoli paesaggistici richiesti sono all’interno della perizia del tribunale e noi abbiamo chiesto ulteriore conferma agli stessi enti che ci hanno confermato per iscritto che l’immobile non è all’interno dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ne quindi della soprintendenza come asserito dallo stesso Comune nel 2006 al CTU del tribunale.”
La società respinge inoltre l’accusa di avere alterato lo stato dei luoghi:
- “Lo stato dei luoghi non ha bisogno di nessun ripristino non essendoci state costruzioni e/o modifiche non accettate dallo stesso comune che era al corrente tramite pec e protocolli di ogni lavoro eseguito all’interno dello stesso.”
Ermes Accoglienza critica anche l’atteggiamento del Comune:
- “Troviamo abbastanza assurdo il comportamento da parte della macchina comunale che finché non si è aperti e non ci sono stati i primi migranti non hanno mai integrato delucidazioni e/o perplessità finanche a non presentarsi all’invito ufficiale di sopralluogo della Prefettura tramite Pec del 25 agosto 2025…”
Infine, la società rivendica l’idoneità della struttura:
- “Infine ci teniamo a precisare che la struttura ha avuto parere positivo dalla Prefettura, Vigili del Fuoco e ASL di Salerno per l’apertura e che il Comune, anche nella persona del Sindaco, era al corrente dell’apertura del CAS. Restiamo a disposizione per far visionare tutta la documentazione”.
Il confronto ora passa sul piano amministrativo e legale, in attesa della decisione del TAR e dei prossimi passi della Prefettura.



