
Secondo “Pendolaria” il documento annuale di Legambiente, solo in Campania persi il 50% dei treni e dei viaggiatori
Il trasporto pubblico in Campania sta subendo un grave impatto a causa della pandemia di Covid-19. La situazione di incertezza che caratterizza da decenni il sistema dei trasporti pubblici si è aggravata negli ultimi due anni a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia e delle conseguenti riduzioni del servizio dovute alla malattia del personale. Il rapporto annuale di Pendolaria di Legambiente ha evidenziato la problematica del sovraffollamento dei treni, della riduzione dei servizi e della vetustà del materiale rotabile, causando disagi ai pendolari e agli studenti.
Dal 2011 al 2019, il numero di pendolari in Campania è diminuito del 44%, portando a un notevole calo dei viaggi in treno in questa regione. Tuttavia, il rapporto annuale ha anche sottolineato un cambiamento positivo, grazie all’investimento previsto dal Recovery Plan, che dovrebbe portare a una riforma del sistema ferroviario e alla realizzazione di infrastrutture per una mobilità sostenibile entro il 2026.
Il piano prevede un investimento di 26 miliardi di euro per il trasporto ferroviario, con interventi che riguarderanno l’alta velocità e la realizzazione di linee ferroviarie diagonali. In particolare, la tratta Napoli-Bari è tra le più importanti e sarà completata con 797 km di nuove infrastrutture. Inoltre, saranno potenziati i collegamenti su altre direttrici, come la Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia, per un tratto di 87 km, e la nuova linea AV Salerno-Reggio Calabria.
In sintesi, il rapporto annuale di Pendolaria di Legambiente ha messo in luce la situazione difficile del trasporto pubblico in Campania, ma ha anche evidenziato i positivi investimenti previsti dal Recovery Plan. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità del servizio e favorire una mobilità sostenibile, auspicando un futuro migliore per i pendolari e gli studenti della regione.